casa di monet
casa di monet

Giverny: la casa di Monet e l’Ancien hotel Baudy

1 Shares
0
1

Un viaggio on the road alla scoperta della Normandia non può non includere una visita a Giverny alla casa di Monet, ai meravigliosi giardini che ispirarono numerosi dipinti del grande pittore impressionista, e una sosta per il pranzo all’Ancien hotel Baudy, ritrovo degli artisti più famosi dell’epoca, che è ancora oggi un ottimo ristorante dove assaggiare, in un clima informale, ottimi piatti della tradizione e sentirsi parte della storia.

giverny la casa di monet

Era il 1883 quando Claude Monet acquista la casa rosa di Giverny nella quale visse fino al giorno della sua morte il 6 dicembre del 1926. All’inzio c’era solo un piccolo orto e molti alberi anonimi che il pittore fece subito abbattere per dare vita, con cura e maniacale dedizione, al sogno artistico di un giardino in fiore in ogni momento dell’anno, progettando personalmente prospettive, zone di luce e d’ombra, aiuole, piante e fiori.

Monet, maestro dell’impressionismo e della pittura en plein air, era ossessiato dalla luce, dalle ombre e dai colori ed era convinto che a Giverny la luce non fosse uguale a nessun altro luogo, ecco perchè decise di stabilisi qui. Si narra che il pittore era solito cominciare un quadro e dopo poco cambiare tela per ricominciare da capo perchè la luce era cambiata, quello che vedeva era cambiato; nel tentativo di catturare la natura ma senza mai poterla afferrare.

giverny la casa di monet

Affascinato da sempre dai giochi di luce dati dai raggi del sole e dai riflessi delle nuvole sull’acqua – Monet ha vissuto per molto tempo e dipinto a Le Havre – volle ricreare nella sua casa il Jardin d’eau (giardino d’acqua), conosciuto anche come il giardino delle ninfee, dove fece costruire un ponte giapponese, sicuramente ispirato a uno dei suoi Estampes; e facendolo dipingere di verde per distinguerlo dal rosso tradizionalmente usato in Giappone.

L’atmosfera orientale viene ricreata con la scelta di piante come il bambù, il ginkgos biloba, gli aceri rossi, le peonie giapponesi, i gigli bianchi, i salici piangenti e naturalmente le ninfee colorate che fluttuano sulla superfice dello stagno. Un giardiniere venne poi incaricato di eliminare le foglie cadute, una ad una, affinchè questo luogo fose sempre perfetto.

Visitare questo luogo incantato, osservare con i miei occhi le stesse piante e gli stessi fiori che ha osservato a lungo Monet, camminare per gli stessi sentiri percorsi dall’artista mi ha regalato una senso di appartenenza, di infinito, e nella stesso tempo di circolarità che non si può spiegare a parole ma soltanto vivere e assaporare a pieni polmoni ringraziando l’universo per essere parte di questo tutto meraviglioso. Lui è lì, in ogni aiuola, in ogni foglia, in ogni ninfea.

Le Ninfee Claude Monet – Musèe de l’Orangarie

Oltre che dalla luce, Monet era ossessionato anche dallo scorrere del tempo. Era il 1897 quando inizia a dipingere le Ninfee, il ciclo di dipinti più famosi e che lo impegnarono fino alla fine dei suoi giorni. “Cercando di catturare l’atmosfera di questa superficie di cielo, su cui fluttuano tocchi di colore, Monet realizzerà uno dei suoi più grandi capolavori e spingerà la sua pittura ai limiti dell’arte astratta, in cui la vibrazione del colore è sufficiente per evocare un mondo dei sentimenti e delle emozioni” (cit. Fondation Claude Monet). Oggi le Ninfee blu, il suo capolavoro supremo, è visibile a Parigi al Musèe de l’Orangarie, considerata la Cappella Sistina dell’Impressionismo.

giverny la casa di monet
giverny la casa di monet

Oltre ai giardini c’è anche la casa rosa di Monet da visitare; il mio consiglio è di prenotare i biglietti online così da saltare la fila, ma soprattutto – se ne avete la possibilità – andateci fuori stagione. La Fondation Claude Monet è aperta dal 1 Aprile al 1 Novembre, io – purtroppo – ci sono stata a metà agosto e visitare con calma godendosi ogni angolo dell’interno della casa è stato quasi impossibile, gli ingressi non sono regolamentati, fanno entrare tutte le persone indistintamente senza aspettare che defluisca la massa; invivibile!

giverny la casa di monet
Ph: Fondation Claude Monet

Per il resto anche la casa museo vale il viaggio, tutto è rimasto come un tempo. La visita inizia dal piano terra con la ‘sala di lettura’, detta anche ‘salotto azzurro’, che comunica con la dispensa; si entra quindi nel primo studio dell’artista, che divenne poi un salotto da ricevimento. Al piano superiore c’è la camera da letto di Monet, che ha subito nel 2013 una meticolosa ricostituzione scenografica.

Oggetti e opere d’arte dell’epoca di Monet sono esposti nella camera da letto e nel bagno adiacente, comprese riproduzioni di dipinti dei suoi amici Cézanne, Renoir, Signac o Caillebotte. Scendendo nuovamente al piano terra si arriva in sala da pranzo, tutta gialla e anch’essa ricostruita con precisione, e poi in cucina con le sue piastrelle blu di Rouen e gli utensili in rame.

Giverny e l’Ancien hotel Baudy, il ritrovo degli artisti 

ancien hotel baudy
ancien hotel baudy

A 5 minuti a piedi dalla casa di Monet si trova l’Ancien hotel, restaurant et salon de thé Baudy, che è stato per anni il ritrovo di artisti da tutto il mondo attirati dalla fama di Giverny e della luce della Normandia come Cézanne, Renoir, Sisley, Rodin, Mary Cassatt e lo stesso Monet. Nel 1886 il pittore americano Willard Leroy Metcalf, chiese alloggio ad Angélina e Lucien Baudy; non avendo stanze libere la padrona di casa cacciò rapidamente quel ragazzone che sembrava un vagabondo e che parlava in modo incomprensibile.

Pochi giorni dopo, Metcalf torna insieme ad altri tre pittori americani. La signora Baudy questa volta offre loro vitto e alloggio; presto i quattro appassionati d’arte apprendono con stupore che Claude Monet, il maestro impressionista, vive a Giverny a pochi passi da quello che un tempo era un hotel – l’Ancien hotel Baudy, appunto – ma anche un negozio di alimentari.

Tornati a Parigi, all’Académie Julian, Metcalf e i suoi compagni dicono a tutti che Claude Monet vive a Giverny e ben presto un’orda di artisti, amatori e curiosi accorrono per dipingere e parlare d’arte col maestro rendendo famoso in tutto il mondo anche l’Ancien hotel Baudy, che accolse tutti quei pittori nelle sue stanze e in un atelier sul retro nel giardino, allestito apposta e visitabile ancora oggi.

Il ristorante Baudy offre oggi un menu con cucina tradizionale francese a prezzi contenuti in un luogo ricco di storia. Pranzare allo stesso tavolo dove un tempo hanno pranzato e discusso di pittura grandi artisti è un’esperienza unica che non potete mancare; provate l’omelette con anatra confit e patate, una vera delizia.

ancien hotel baudy
la scalinata che porta all’atelier – sito Ancien hotel Baudy
ancien hotel baudy
l’atelier dell’Ancien hotel Baudy – sito Ancien hotel Baudy
ancien hotel baudy
il ristorante Baudy – sito Ancien hotel Baudy
ancien hotel baudy
il cortile interno – sito Ancien hotel Baudy

Se vuoi conoscere tutte le tappe del nostro viaggio leggi anche 7 giorni in Normandia: itinerario on the road

1 Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *