La Valle della Loira conta 300 castelli, riuscire a vederli tutti in un unico viaggio è quasi impossibile, ma ce ne sono alcuni che non potete assolutamente perdere. Tra questi c’è senza dubbio il maestoso ed elegante castello di Chenonceau, nell’omonimo paesino che sorge palacibo e sulle rive del fiume Cher, affluente della Loira.
Ho amato molto il castello ma ancora di più il paese di poco più di 360 abitanti e la struttura che ci ha ospitati: Auberge du Bon Laboureur, situata a due passi – letteralmente – dal castello di Chenonceau; noi siamo andati a visitarlo a piedi e, una sera, mentre dopo cena passeggiavamo tranquillamente con Otto per le vie del paese, ce lo siamo trovati di fronte; non riesco a descrivere a parole lo stupore e la gratitudine che ho provato in quel momento per così tanta bellezza.
Il castello di Chenononceu sembra uscito da un libro delle fiabe e racconta la storia di donne forti e straodinarie. Viene infatti chiamato il “castello delle donne” perchè venne realizzato, progettato e ampliato da una serie di donne fuori dal comune come Katherine Briçonnet, Diane de Poitiers, Caterina de’ Medici e Madame Dupin. Questa impronta femminile è ben visibile sia all’esterno che all’interno del castello, e proprio grazie a queste donne che lo hanno molto amato è sempre stato un luogo di pace preservato dalla distruzione dei conflitti e dalle guerre.
L’ingresso del castello si raggiunge percorrendo a piedi un lungo viale alberato; ad accoglierti l’ingresso che si trova sul lato del castello, circondato dai bellissimi giardini. Ma basta girare l’angolo per rimanere senza parole; il castello è lì, immenso imponente, ma allo stesso tempo romantico che ti accoglie e vedi che si estende da una parte all’altra dello Cher, il fiume che passa sotto le sue colonne, e allora rimani a bocca aperta. E’ possibile ammirare il castello dall’acqua noleggiando per pochi euro una piccola barca a remi, basta scendere verso il fiume a sinistra dell’ingresso; il giro dura mezz’ora e vale ben la fatica di chi remerà al posto vostro!
L’interno del castello merita una visita lenta, fermatevi a guardare lo scorrere del fiume dalle finestre del grande corridoio prima di andare a visitare le cucine (secondo voi dove potevo andare io?) che, come in ogni castello che si rispetti, si trovano nella parte inferiore; qui tra le colonne che poggiano sul letto del fiume Cher; sono immense – ovviamente – meravigliose e incredibilmente moderne. C’è una nota positiva da sottolineare, ed è che con noi al castello è potuto entrare anche Otto; i cani sono ammessi purchè di piccola taglia e devono stare o in braccio o nel loro apposito trasportino.
Dove mangiare e dormire a Chenonceau: l’Auberge du Bon Laboureur
Se state organizzando un tour dei castelli della Valle della Loira vi consiglio di passare almeno una notte – ma se volete davvero rilassarvi anche due – all’Auberge du Bon Laboureur, un hotel e ristorante con lo charme e l’eleganza di una Maison D’hote a due passi dal castello di Chenonceau, della famiglia Jueudi dal 1911. Oltre ad essere un luogo molto accogliete, è una vera oasi di pace e tranquillità con un ristorante gourmet gestito dallo chef Antoine Jeudi che rivisita in chiave moderna piatti della tradizione francese, spesso a km0 e del territorio, dove abbiamo cenato la prima sera facendo un vero e proprio viaggio nel gusto e e nei sapori di questa parte della Francia.
L’Auberge ha anche una zona relax appartata con piscina, sauna e idromassaggio; le camere sono spaziose, confotevoli, arredate con gusto e c’è una grande attenzione all’ambiente e all’utilizzo di prodotti biologici. Poco distante si trova l’Epicerie, un piccolo negozietto di proprietaà della famiglia dove è possibile acquistare i prodotti locali (biologici) che vengono serviti anche a colazione, come le marmellate, o i vini che si trovano anche nel menù del ristorante o del bistrot; nell’Epicerie c’è anche una piccola cucina che sforna prelibatezze francesi dolci e salate che possono essere acquistate per un pic nic nei giardini castelli, o può essere usata come punto di ristoro da chi attraversa la Valle della Loira in bicicletta.
Ma a proposito di bistrot, se la prima cena è stata più formale e l’abbiamo consumata al ristorante dell’Auberge, la seconda sera abbiamo cenato all’aperto in un’ambiente più informale ma che vanta la stessa attenzione e cura dei dettagli; ancora oggi sogno quella offerta di formaggi. Alla nostra richiesta di avere un piatto con una selezione di 5 formaggi locali e arrivato questo tagliare tra cui scegliere; uno più buono dell’altro, inutile dirlo. Quando l’attenzione al dettaglio fa la differenza!
Post in collaborazione con Auberge du Bon Laboureur
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